- 215 — che dopo una breve lotta quelli dovettero ritirarsi, lasciando 50 morti e 150 feriti nella pianura e 22 prigionieri. Più tardi, dopo la caduta dei pascià ereditari di Scutari, in una fazione provocata dal vladika del Montenegro, gli Hotti si vendicarono del vergognoso abbandono, decimando e cacciando in fuga 1500 guerrieri di Scutari' che movevano in aiuto di Podgoritsa, minacciata dai montenegrini. Dopo la ritirata dei maljsori, Rescid iniziò contro Scutari e la fortezza Rosafa un terribile bombardamento, e tentò vari assàlti che vennero respinti. I mirditi fecero al solito prodigi di valore. Ma dopo quattro mesi di resistenza, avendo una bomba fatto saltare in aria la polveriera ed incendiato il konak o palazzo del pascià, questi si vide costretto ad arrendersi. L’Austria, la cui mediazione Mustafà aveva chiesta, lo salvò dalla sorte toccata ad Ali di Tepelen. Condotto a Costantinopoli colla famiglia, ebbe una pensione di 100,000 piastre, e alla fine attirò sopra di sé l’attenzione del sultano Abdul-Medgid, che gli restituì il titolo di pascià a tre code e lo mandò governatore (vali) in parecchie provincie. La dinastia dei Busciatli aveva finito di regnare. 11 principe dei mirditi Lek—i-zij fu, dopo la resa del castello Rosafa, relegato a Janina. Al suo ritorno, nel 1837, crudeli uccisioni e vendette funestarono la famiglia dei principi dei mirditi, dei discendenti di Ghion Marku. Così pervenne il governo della tribù a un giovinetto che aveva nome Bib-Doda, il quale acquistò ben presto fama di valoroso continuatore delle gesta dei suoi antenati.