- 171 avrebbero certo avuta la forza d’invadere l’Ungheria e di assediare la stessa Vienna (1683), senza la valida cooperazione dei loro sudditi bosniaci e albanesi. Né soltanto gli shkipetari maomettani appaiono in questo singolare periodo della storia albanese alleati degli ottomani, ma tali si mostrano per la maggior parte anche gli shkipetari cristiani; il che non deve far meraviglia, ove si pensi che le rozze tribù montanare dell’Albania, conservatesi cristiane, servendo come milizie ausiliari volontarie negli eserciti ottomani, erano ben pagate e rimunerate, partecipavano largamente alla spartizione dei lauti bottini di guerra, e non erano per giunta soggette ad altro obbligo che a quello di riconoscere la sovranità del Sultano. Certo anche più indipendenti di loro rimasero i vicini abitanti della Zernagora, che all’obbedienza non si vollero mai sotto nessuna forma piegare; ma questa completa autonomia essi non poterono mantenere che a prezzo di guerre e di molestie incessanti. Ciò posto, era ben naturale che tra gli albanesi il concetto dell’indipendenza assoluta non potesse germogliare che nel cervello di qualche Pascià ereditario, come vedremo nei seguenti capitoli. Gli albanesi nelle guerre austro-turche. — Il capitolo presente chiuderò con brevi cenni sulla condotta degli albanesi durante le grandi guerre austro-turche tra la seconda metà del secolo xvu e la prima metà del xvm, e sulla origine delle numerose colonie albanesi in Italia ed in Grecia. Fra il 1683 e il 1690, mentre si combatteva fra l’Austria e la Turchia la terribile guerra che ebbe fine col trattato di Carlovitz, dopo la liberazione di