- 175 - formosa, Castroregio, S. Costantino, Cavaliari\\o, Cervicato, Cerato, Civita, Frassineto, Mongrassano, Piatici, Percile, Rota, S. Basilio, S. Benedetto Ul-lano, S. Caterina, S. Giacomo, S. Lorenzo, S. Martino, S. Sofia d’Epiro, Serra di Leo Marri e Falconara Albanese in Calabria, provincia di Cosenza (circondari di Rossano, Paola e Castrovillari). I nomi di tutti questi villaggi sono, come ognuno vede, quasi tutti italiani. Ma ciò non deve parere strano, perché si trattava di contrade che già avevano il loro nome, ma erano quasi affatto spopolate prima dell’arrivo degli albanesi. Fra il 1481 e il 1492 altri albanesi cristiani emigrarono recandosi in Sicilia, ove sorsero le colonie di Palalo t.Adriano, ‘Piana dei Greci, Santa Cristina, Gela e ¡Kexxpjuso in provincia di Palermo (circondari di Corleone, Palermo e Termini Imerese), Sant’oAn-gelo in provincia di Girgenti, San Michele di ‘Bagoria e 1Bronte in provincia di Catania. Nel 1534 gli albanesi di Corone in Morea, che due anni prima si erano sottomessi ad Andrea Doria, ammiraglio genovese al servizio dell’impe-ratore Carlo V, essendo la loro città caduta nuovamente in potere dei turchi, ottennero dal viceré di Napoli Don Pedro de Toledo di essere accolti nell’Italia meridionale e vennero su 200 navigli, e alcuni si unirono ai loro connazionali, già dimoranti in Sicilia e nel continente, altri si stabilirono a Napoli, a Melfi e nell’isola di Lipari, altri infine fondarono le colonie di ‘Barile, Maschile, San Costantino Albanese, San Taolo Albanese, ‘Brindisi della Montagna nella Basilicata o provincia di Potenza, e di Farneta in provincia di Cosenza.