— 136 — o ai nomi riuniti delle tribù dei Castrati e degli Hotti. Certo è soltanto che Giovanni Castriota fu per un certo tempo vassallo dei Veneziani, la cui protezione aveva chiesta contro i Turchi, e ricevette da essi una pensione. Certo è pure che combattendo contro i Turchi di Evrenos Pascià nel 141 o Giovanni Castriota fu vinto e costretto a dare come ostaggi quattro suoi figliuoli, tra i quali era Giorgio. Giorgio era nato nel 1403 a Croja, secondo una tradizione non molto sicura, e aveva 7 anni quando fu condotto a Costantinopoli, dove naturalmente venne educato nella fede maomettana. Dei suoi fratelli più non si ebbe notizia, e si disse che perissero avvelenati. Cresciuto in età Giorgio diede prova di straordinario valore combattendo in Asia contro i nemici della Mezzaluna, si da meritare la benevolenza di Amurat o Murad II, che gli fu largo di onori e di benefizi, nonché l’ammirazione dei turchi, che lo soprannominarono Iskender-bey (il signore ^Alessandro), nome che diventò più tardi Scanderbeg sulle labbra degli Albanesi. Giorgio Castriota fece dunque le sue prime armi senza essere costretto a combattere contro i propri compatrioti e a far macello di genti cristiane. Ma non doveva essere sempre così. Fin dal 1425, salito al trono di Serbia Giorgio Brankovic', nepote di Lazaro Greblianovic', il cui figlio Stefano Lazarovic'aveva pagato tributo al sultano Bajazet, erasi il nuovo re proposto di scuotere il giogo turco e di riconquistare l’Albania, e aveva stretto alleanza a questo fine con Sigismondo di Lussemburgo, sacro imperatore romano e re di Germania,