— 146 — di 40. In un’altra fazione peri Fizur-pascià e 4000 turchi soggiacquero. Migliaia d’uomini costarono i numerosi assalti, tanto che in capo a due mesi e mezzo il sultano aveva di già perduti 30,000 uomini e accingevasi ad abbandonare l’assedio, quando essendo i turchi riusciti a intorbidare l’acqua di cisterna che gli assediati bevevano, gettando nella cisterna un cane morto, il presidio capitolò, e avendo ottenuto di uscire dalla fortezza con l’onore delle armi andò a raggiungere Scanderbeg. In quel frattempo era pure caduta in potere dei turchi la città di Berat, che dominava la strada da Durazzo a Janina. Il sultano pago di questi successi iniziò il 31 luglio 1449 la ritirata, che non potè compiere senza nuove perdite inflittegli dall’infaticabile condottiero albanese con incessanti molestie. Partito Murad II, Scanderbeg tentò subito di riprendere la fortezza perduta, ma per mancanza di artiglieria dovette abbandonare l’impresa. Murad II aveva giurato di tornare l’anno appresso, e tornò infatti con 6000 cavalli e 40,000 giannizzeri per assediare Croja, e impiegò nell’assedio parecchi grossi cannoni. Ma l’assedio di Croja fu per lui più sfortunato di quello di Sveti-grad, giacché dopo 5 mesi di continui assalti e di ripetuti insuccessi che gli costarono molte migliaia di uomini, dovette ritornarsene indietro con tutto l’esercito, e arrivato ad Adrianopoli, quivi mori poco dopo, il 5 febbraio 1451. I principi cristiani inviarono a Scanderbeg doni e provvigioni, e lo proclamarono strenuo e impareggiabile difensore della cristianità. Largheggiava più di tutti gli altri