- 154 — Erano corsi inutilmente sei mesi dal suo ingresso in Albania. Ricevuti nuovi soccorsi in denaro e in vettovaglie dal re di Napoli e dalla Serenissima, Scan-derbeg si recò in Alessio, e quivi convocò tutti - i dinasti albanesi e i rappresentanti delle tribù per intendersi con essi sul piano di difesa contro nuovi e non improbabili attacchi dell’implacabile sultano. iMorte e glorificazione di Scanderbeg. — Già erano cominciate le sedute di quel Congresso, quando il Castriota fu colto dalla febbre. Si racconta che essendogli stato annunziato che i turchi erano comparsi nelle vicinanze di Scutari, l’eroico albanese volle montare a cavallo, quantunque ammalato, e che al suo apparire i turchi presero senz’altro la fuga e scomparvero. Dopo aver cosi trionfato ancora una volta col solo terrore del suo nome, Scanderbeg mori in Alessio il 17 gennaio 1467, nell’età di 64 anni, dopo 24 anni di guerre e di vittorie. La storia può dire di lui, come di Giulio Cesare e di Alessandro, che non fu vinto mai. In 22 battaglie affrontò con poche forze eserciti numerosissimi e vinse sempre. Codeste forze erano costituite negli ultimi anni da una milizia stabile di 8000 cavalli e 7000 fanti, oltre parecchi venturieri francesi e tedeschi. Oggi lo si sarebbe chiamato un eroico guerrigliero. « Nuovo Alessandro, Principe dei Cavalieri »: sono questi i nomi con cui lo celebrò Giorgio Byron. Fu sepolto in Alessio, nella cattedrale di San Nicolò, che fu più tardi trasformata in moschea. La tomba dell’eroe é scomparsa. Del suo corpo dice una strana leggenda che i turchi di Maometto II,