NAVIGANDO L’ADRIATICO mandare per quelle coste - e, quando la opportunità politica lo consigli, su quelle più meridionali - i più grossi e più bei piroscafi delle sue Compagnie. Come mai infatti il Lloyd austriaco poteva, fino a poco prima della guerra, far scalo a Durazzo col Baron Bruch, il Baron Gausch, X Albania ed altri piroscafi di dieci e undici mila tonnellate, per sbarcarvi o imbarcarvi dieci passeggeri e qualche quintale di merce? Chi gli ripagava le spese del viaggio da Trieste? Il Baron Bruch e il Baron Gausch non salpavano certo da Trieste per Durazzo: sono i grossi vapori che compiono i viaggi di Grecia e di Costantinopoli: ma Durazzo si trovava sulla loro rotta, e, con pochissima spesa di più, compievano un’opera di prestigio politico di primissimo ordine. Gli albanesi, abituati come tutti gli orientali a giudicar persone e nazioni dall’apparenza e a ridurre tutto al comune denominatore denaro, rimanevano incantati dinanzi ai colossi del Lloyd e giudicavan l’Austria più forte dell’ Italia. Questa forza che gli albanesi intravedevano nei fianchi delle belle navi dalla ciminiera gialla, era appunto data all’Austria dal fatto di avere un sol mare ed un sol porto. Tutto il commercio marittimo dell’Austria esce da quel porto e passa per quel mare, mentre noi abbiamo le nostre maggiori necessità nel Tirreno e nel Mediterraneo e là - e non nell’Adriatico - navigano i nostri piroscafi più grossi e più celeri. Non sarebbe stato però possibile - e sarebbe stato utilissimo in quel periodo di speciale attività politica - far deviare, almeno una volta la settimana i nostri vapori tipo Sardegna, Milano e Torino, in partenza da Venezia per l’Oriente, fino a far loro toccare la rada di Durazzo? Io credo di sì, e ciò avrebbe giovato assai, oltre che ad aumentare il nostro pre-, stigio presso gli albanesi, a procurare a qualche italiano di più la diretta conoscenza della costa orientale. I viaggiatori austriaci e tedeschi diretti all’Oriente, nelle brevi fermate che i vapori del Lloyd facevano a Durazzo, vi scendevano a carovane, armati di binocoli, di macchine fotografiche e di napoleoni - 33 -