IL PORTO DELLA ZERNAGORA sul promontorio della Collina Volovi<;a, sola cosa che si possa assimilare a ¡strumento bellico; ma il ventare della prima granata che ci frulla sul capo e va a sollevare un nuvolo di polvere nella pianura oltre la stazione ferroviaria ci persuade subito che le navi non hanno intenzioni così miti. I due incrociatori, che poi sapemmo essere il Szigelvar e YAuro compiono infatti alcune evoluzioni, e mentre il secondo prende posizione contro la “radio”, il primo si sposta verso l’imboccatura del porto, vi si avvicina e prepara la “ fiancata ”. E, dopo pochi istanti tutto il bordo di sinistra del Szigelvar s’incappella di un nembo di fumo bianco. Nello stesso tempo l’aria chiara del cielo d’agosto sembra si stracci: un quadruplice rimbombo echeggia sordo nel cerchio lunato del magnifico golfo scintillante: i vetri dell’Albergo si infrangono, le mura tremano. Quattro detonazioni lontane e quattro nembi di polvere ci dicono che la prima scarica ha colpito in pieno l’antica stazione ferroviaria e le officine adiacenti. Nello stesso tempo altri rimbombi più sordi dietro la collina della Volovi^a ci avvertono che anche la stazione radiotelegrafica è stata colpita. Alla prima bordata del Szigelvar ne succede una seconda: le granate frullano pel cielo. Quando il fumo delle esplosioni sventa, vediamo nel tetto della Centrale elettrica un gran buco, una tana enorme d’onde esce, come un alito bianco, l’anima del lavoro italiano. II Consolato italiano e l’Albergo che hanno esposto la nostra bandiera sono stati fino ad ora rispettati, e noi radunati in gruppi presso i due edificii, vediamo il Szigelvar virar di bordo e metter la prua sul mare aperto. Respiriamo di sollievo, ma per poco. Due o tre montenegrini rimasti ad Antivari corrono verso la spiaggia e inviano all’indirizzo delle navi.... dei colpi di rivoltella. Debbono aver dei buoni canocchiali a bordo e un finissimo udito, perchè la piccola voce pettegola delle tre o quattro pistole, irrita i colossi di acciaio. E il Szigelvar ritorna. E torna YAuro. Tornano e tornan così vicini che si vedon sulle tolde - 45 — 4