VALONA semovente di un ciuco o una belante capra - giunti dal cazà di Argi-rocastro, da Tepeleni e da Premeti, dai gioghi del Pindo e fin dalla lontana Coritza, si accampavano nella bassa pianura tra il mare e Va-lona, stendendo qualche logoro tappeto sulla terra, qualche lurido straccio, a pararsi il sole, tra i rami degli alberi. Negli ultimi tempi, non sentendosi sicuri nè pur là, stretti dalla miseria e dalla fame, ad ogni partenza di piroscafo, si precipitavan nelle barche e correvano alla nave che li trasportasse a Brindisi e di là a Costantinopoli, a perdersi nel mare immenso di Stambul. Perchè i profughi eran tutti musulmani, e per questo fuggivano. Fuggivan dinanzi alla minaccia di quei battaglioni greci mascherati da epiroti, che avanzavano incessantemente e che ora, toltasi la fustanella, 0 meglio, copertala col cappotto militare sono - compiacenti l’Europa e l’Italia - i padroni di tutta la regione meridionale che il Protocollo di Londra aveva decretata albanese. Essi non eran fuggiti per un principio di nazionalità albanese offesa - in Albania il principio di nazionalità non è sentito dalle masse, e quanto agli individui, serve spesso di copertina ad ambizioni e ad interessi egoistici - eran fuggiti per l’odio irreducibile che la differenza di religione nutrisce tra loro e i greci. I greci non dimentican mai di essere cristiani e ortodossi per giunta e fan del proselitismo: lo fanno come possono. Di regola, in Epiro, uccidendo uomini, violando donne, depredando armenti e dando al fuoco case e villaggi. Forse, in Epiro, si faceva così anche al tempo di Pirro; ma questa volta il terrore era maggiore perchè i musulmani dell’ Epiro, appena scoppiò la guerra europea, compresero che i greci avrebbero preso stanza per sempre tra 1 loro monti. Di solito le masse ignoranti intuiscono gli avvenimenti molto meglio di quel che non facciano i calvi diplomatici. E oggi l’Epiro, che aveva pochi mesi or sono inventato un suo governo autonomo, con bandiera autonoma, con dogane autonome, come volevano le direttive di Atene - già note in Albania fino dall’ inverno scorso - è di fatto greco: lo è temporaneamente s’intende, per 10 - 141 -