IL PORTO DELLA ZERNAQORA e appare costruita per più nobili piedi, si sale, rasentando le alte mura merlate alla porta. Fin che si è fuori, l’antica cittadella veneziana appare simile a tante altre rovine che ci hanno lasciato i nostri padri per tutto il mondo e che i barbari di tutto il mondo hanno depredato e intristito : solo la sagoma di un leon di San Marco - col libro chiuso - che dovette essere un ricamo di marmo, e che fu scalpellato e quasi cancellato dai turchi, s’indovina sull’architrave. L’ingresso della Rocca. Ma dentro, appena dal vestibolo che si apre oscuro tra le mas-siccie muraglie, si sbuca di nuovo alla luce, sul declivio erboso della città distrutta, si offre ai nostri occhi la visione miracolosa. I ruderi che di fuori, di lontano biancheggiavano al sole, come ossa insepolte, si animano, si completano, si ricompongono in una unità meravigliosa profilando le vie e le piazze di una piccola città, quale si sogna da bimbi dopo la lettura di un libro di fiabe. Ecco, prima, la casa che fu del veneto governatore: l'intera facciata intatta, quattro bifore balconate al primo piano, tre piccole trifore al secondo, gli avanzi di una decorazione policroma, il portone a sesto — 48