ALBANIA MUSULMANA Questa ostilità naturalmente si sente meno tra due musulmani, che tra un cattolico e un ortodosso: ma esiste anche tra loro. V’è per esempio assai diffusa nell’Albania meridionale la nota setta dei Bektaschi, che pur essendo fiera nemica dei greci e della lor propaganda, sembra abbia sentito quella misteriosa corrente di bellezza e di libertà spirituale che, non dagli uomini.... specialmente dai moderni, ma par si sprigioni e si irradii dalla terra stessa dell'Eliade; e mentre altre sètte musulmane, come quella dei Senussi sono società essenzialmente guerriere e predaci, quella dei Bektaschi è una setta filosofica: sono diciam così, i liberi pensatori dell’ Islam. Non era nata, a dir vero, per questo, come ognun sa. Bektash, che in turco significa il compagno del principe par fosse un devoto musulmano vissuto ai tempi del sultano Amurat I (secolo xiv) e venerato dal popolo come santo. Il Sultano avendo istituito la “ nuova milizia ” (iageni-tcheri, giannizzeri) lo pregò di benedir loro una bandiera: Bek-tasli mise sul capo del soldato che gli era più vicino la manica della sua zimarra e quella fu la bandiera della Compagnia. È noto che i giannizzeri da lui così battezzati furono per molto tempo i più fedeli soldati e i servitori più devoti del Sultano: i moderni Bektaschi invece sono musulmani che non riconoscono 1’ autorità religiosa del Sultano e negano alla Turchia - perchè d'origine mongola - il diritto di signoreggiare sull'Islam; hanno pratiche religiose loro proprie, alcune delle quali, come le feste primaverili, e una certa devozione pei fiumi e le fonti, ricordano antichi usi ellenici, e sono dediti a credenze e a pratiche metafisiche - taluno asserisce ancor magiche - in aperto contrasto con i dogmi coranici. Portano capelli lunghi, e sopra la testa un alto turbante duro, simile a quelli che Giovanni Bellini metteva in capo ai suoi fantastici infedeli, e che ricorda assai da vicino la tiara persiana : hanno - coloro che coprono i maggiori gradi della setta - a un orecchio solo un orecchino d’argento, simbolo e sigla del loro potere spirituale. Sono straordinariamente pittorici, specialmente se ravvolti nell’ ampia zimarra di seta - 128 -