VALONA tagliato in pietra con segni di sveltezza e di eleganza ai quali non deve essere stata estranea nei tempi lontani una mano veneziana, formano tutto il tesoro d’arte della città : qualche casa moderna attesta che europei di diverse nazioni hanno da qualche tempo avuto il capriccio o l’obbligo di vivere in quell’angolo di mondo, e le diverse bandiere che sventolano alle finestre dell’ una e dell’ altra casa, ci dicono anche che essi non son lì per fare un club internazionale. Triste vita a Valona, così l’inverno come l’estate, triste l’inverno per le pioggie torrenziali che la riducono simile al pantano che l’attornia, triste l’estate, perchè dal pantano seccato salgono le zanzare, i miasmi e l’afa che arricchiscono i commercianti di chinino e allargano i camposanti sparsi dovunque nelle vicinanze della città. E certo nel clima pesante e nell’ aria poco sana del paese è la causa principale dell’accidia e della infingardaggine della sua popolazione, ma accidia e infingardaggine giungono a un punto tale e sono - come abbiam visto - così comuni a qualunque zona dell’Albania, che vien fatto di pensare sieno invece caratteri congeniti di questo popolo, che per colmo d’ironìa e per ingannare una volta di più il prossimo occidentale, si sono chiamati skyptari, figli dell’aquila. lo non ho mai visto, neppur fra gli arabi l’indolenza fatta persona così come tra questi “aquilotti”; essi par che non abbian le mani se non - appunto - per arrotolar sigarette e alzar la tazza del caffè. Cioè sì, l’hanno ancor per altro le mani - ed è noto per impugnare il fucile: si può anzi dire che questa sia la sola occupazione alla quale madre natura li abbia chiamati. “ Un albanese senza fucile è un gatto senza grinfie” dice un lor proverbio, che ne rivela tutta l’anima. Essi giuocano col fucile “ vero ”, come i nostri ragazzi giuocano con quello di latta: a differenza di questi però, il loro giuoco termina spesso col tonfo sordo di un uomo che cade prono a terra. È la vendetta, la terribile vendetta albanese - di cui abbiamo parlato - che non si contenta di colpire il nemico “ individuo ”, ma lo colpisce nei suoi parenti, nei suoi amici, nei suoi conterranei. In questo i gheghi dell’Albania setten- - 138 -