VALONA La difesa della baia dalla parte di terra per quanto men facile che dalla parte del mare, non è eccessivamente laboriosa: sia perchè, come dicevo, nessun nemico formidabile è alle spalle, sia perchè le alture di Kanina e della Lungara fanno cerchio intorno alla baia e dominan verso greco e verso scirocco una vasta zona di elevazioni minori. Ciò non ostante non si potrebbe dire di aver garantita Valona se non assicurandole un entroterra di almen 15 chilometri di raggio, raggiungendo così la vallata della Vojussa, linea naturale di difesa a settentrione e a levante. Sulla Vojussa infatti si è svolta anche quella larva di difesa che la tragicommedia wieddiana tentò di opporre ai suoi vari nemici. La Vojussa, con una sua barca che faceva il traghetto e che, secondo la riva alla quale rimaneva attraccata, segnava le probabilità o meno di un attacco a Valona, è rimasta celebre, come è rimasto celebre il telegramma che un offembachiano ufficiale olandese, seduto un giorno sulle sue rive, inviò al principe: Insurgés du nord, épirotes du sud: situation insoluble. Tanto “ insoluble ” che il povero generale olandese dovette poco dopo tornare ai Paesi Bassi senza averla risoluta; cosa che invece riuscì perfettamente a un certo Spencer, sedicente giornalista e verace avventuriero inglese, che aveva combattuto contro di noi in Libia, il quale, inviato dal principe Wied con pieni poteri a difender Valona contro gli insorti, appena giunto e preso il thè all’albergo Albania, telegrafò al sovrano : “ Presa Berat, torno a Durazzo per Elbasan E poi si dice che l’Albania manca di strade.... Valona. Ma torniamo a Valona, alla città di Valona, anzi, perchè quando si dice semplicemente Valona, ormai, s’intende la baia e non ci si preoccupa molto del paese dal quale ha nome. È un po’ colpa della conformazione stessa del golfo, che, profondo più che dieci miglia, non - 136 -