ALBANIA MUSULMANA il muezin dal gran turbante bianco invita i cittadini alla preghiera ed invoca da Allah sulle lor case la pace. Sulle strade quasi tutte larghe e ombreggiate da alti alberi, si aprono dai due lati file ininterrotte di botteghe, dove si trova quanto può bastare alla più ricca vita orientale e quanto può far felice il più povero dei “touristi” occidentali: città manifatturiera e attivissima, Tirana produce circa la metà della merce indigena che si vende in Albania, ed è al tempo stesso ricca di ogni merce europea che si adatti e convenga al gusto musulmano. Vasti caffè all’ aperto sotto le fronde verdi degli alberi, le dànno in certi punti la fisonomía di una città europea, o di una stazione estiva cosmopolita : fondachi intonacati di calce, ove lavoran silenziosamente sarti e calzolai, armaioli e stipettai le dànno in certi altri l’aspetto di un chiostro. E quivi più che altrove si poteva fin dai primi giorni del regno di Guglielmo di Wied, quando ancora la insurrezione non era scoppiata, veder la bufera addensarsi nel cielo e, nell’insanabile dissidio che esiste tra il mondo musulmano ed il nostro, delinearsi la sorte del nuovo principato. E dico il mondo musulmano, perchè ad onta di tutte le differenze etniche, geografiche e politiche che vi si incontrano, l’islam è un tutto omogeneo e idealmente organico. Più che una religione è una conce-zion di vita spirituale e materiale: è una filosofia, ignota teoreticamente alle masse che la seguono, ma praticamente attuata con tanto maggior zelo, quanto maggiore è l’ignoranza dei suoi adepti. È la filosofia del fatalismo, notissimo in tutto il mondo, ma forse non sempre equamente valutato; poi che il fatalismo è la fonte miracolosa alla quale ogni musulmano attinge secondo i casi una pazienza che par docilità e un ardore che par sacrificio, ma non è per niente la regola di condotta della collettività islamita, la quale non conosce altro fato che quello del trionfo dell’ IsIam. L’aver voluto ridurre ogni pensiero e ogni azione musulmana al comune denominatore fatalismo è l’errore che ha condotto le più grandi Potenze a guerre secolari coi popoli dell’IsIam, che, apparentemente - 123 -