DA AUGUSTO AD ALI PASCIÀ 35 * * * Si sale, si ridiscende la costa del monte. I tre magri cavalli non sanno trottare, galoppano nella strada piana come corridori di sangue. Perdiamo di vista il mare. La pianura del Campos che va giù fino ad Arta, si perde nel sole, eguale e monotona come un gran lago con qualche oscuro isolotto di quercie, con le linee sinuose dei fiumi e dei ruscelli segnate da siepi di giunchi. Da tutti i lati, monti, monti, monti, — verdi e vicini, azzurri e lontani, pallidissimi contro il cielo, — tutt'i contrafforti del Suli e del l.akka di faccia a noi, tra i quali passeremo nel cuor dell’Epiro con altre quindici o sedici ore seguendo il corso del Luros, tutti quelli del sommo Pindo che invece lasceremo a levante, verso i confini della Tes-salia, spartiacque mediano tra lo Ionio e l’Egeo. A un punto, prima di giungere al villag-getto di Luros, la strada è per tre o quattro