VAtXONA E DURA7.ZO »7 che fa l’uomo ; e alla prima aurora un caso di filosofia così tangibile può anche essere igienico. Traversiamo altri monti, tagliamo due o tre vallatelle. cambiamo scorta e cavalli verso mezzodì al can di Kinista, ed entriamo nell’ampia valle del Drino meridionale. File di donne dalle grandi bende bianche sulla fronte, lungo le gote e intorno al collo drap-jleggiate con arte, vangano le maggesi o mondano i campi di granturco; sostano tutte insieme a guardarci facendosi con la mano solecchio contro la luce canicolare ; poi riprendono a cantare una nenia a cadenza col colpo della vanga o del marrello. 11 fiume libero ha invaso con la ghiaia metà del piano, sradicato i ponti, abbattuti gli argini ; di questa stagione è quasi asciutto e sui prati arsi crescono cardi grigi alti quanto un uomo. A settentrione si va verso Argirocastro, che a capo della lunga pianura ubertosa potrebbe divenire una città ricca e fortificata, superba d’essere all’ombra del castello d’Alì pascià un ricordo vivo di gloria. La stessa patria d’Alì Tepelen, è in questa valle, su questo fiume, sette ore più su.