DA BRINDISI A PKEVESA >9 vengono quaggiù dalla Rumenia. dalla Russia e dall’Ungheria), hanno reso silenzioso e pauroso questo popolo forte, parco e facilmente beato. Per viottoli scoscesi salgo alla povera Moschea dalle porte sconnesse e dal portichetto polveroso dietro i cancelletti verdi tarlati. Davanti è un gran platano e, sotto il platino, un pozzo, Una vecchia a piedi nudi ne trae l'acqua con un orciolo sbeccato. Passano due o tre bambini verso la scuola. Uno trae dalla tasca un tozzo di pane secco e chiede alla vecchia di immergerlo nel suo orciolo d’acqua. Un venditore di mele s'allontana gridando: Atilacalà! l^e grate delle casupole turche cascano a pezzi, gl’intonaci sono lebbrosi, le scale sdentate. Un gatto morto si putrefa in una pozzanghera accanto a un giardino. Appena negli orticelli chiusi intravedo qualche geranio, qualche melograno e qualche malvone fioriti di rosso e di roseo. Nel platano i passeri fanno un grande stridìo. li io vado a far visita al Mutessarif con l'animo stretto da quel riso di cielo e di fiori su tutta quella miseria d'uomini.