I I 8 l’albania muli, dalle reni basse, dal collo corto, dal petto ampio, dall’ugna dura sui macigni dei monti; e chi salta loro sul dorso e galoppa per provarne la velocità, chi schiude loro la bocca per leggerne l’età, chi si rifiuta e chi insiste. E sempre intorno ad ogni contraente, dieci, venti oziosi che arrotolano e fumano sigarette, guardano tutto senza mostrare nè con una parola nè con un gesto la loro opinione o il loro interesse. E tutta questa folla di donne e d'uomini vestiti a festa, scintillanti d’oro e d’argento, paurosi o spavaldi. dalla testa rasa con un solo ciuffo sulla nuca o chiomati come barbari, trecce nere o cernecchi canuti, compratori o venditori, dominatori o dominati, amici o nemici fino alla morte — è silenziosa. Si incontrano, si salutano mettendo le mani sulle spalle dell’amico e passandogli il volto prima a destra poi a sinistra del volto, parlottano cinque minuti a voce bassa nel loro linguaggio monosillabico e preistorico, si lasciano col Tee tua/ jeta, — la vita ti sia lunga ! — senza un’esclamazione troppo romorosa, senza un gesto incomposto.