QUEL CHE VOGLIONO GLI ALBANESI 141 Bosnia e dell’Erzegovina, non ha nessuna intenzione di compromettersi l’avvenire unificando la sparsa coscienza albanese, insegnando la lingua o la storia nazionale nelle scuole sussidiate, facendo della sparpagliata farina e del lievito d’oggi una pagnotta che domani potrebbe lasciarsi in un boccone divorare da un altro. Già troppe pagnotte si vengono consolidando nel suo forno (i). Aggiungete le cause minori; la mancanza d’un clero nazionale, anzi nazionalista, come vi ho mostrato parlandovi dell'azione austriaca qui, tanto che gli autonomisti più fervidi oggi sono i cogia e i babà musulmani; tutt’ i costumi, più "thè indipendenti, anarchici dell’ottanta per cento della popolazione mon- (1) Da quando l'Italia accentua la sua politica in favore dell'autonomia albanese, anche l’Austria, con abiliti di gioco, s’è messa a imitarla per combatterla meglio. Oltre la propaganda nella colonia albanese di Borgo Erizzo presso Zara, alla quale ho gii accennato, notizie recenti annuncerebbero dal Belgio l’assenso di Ismail-Kemal bey, del quale ho parlato nel capitolo su Jinina, ad accettare in nome dei fuorusciti, dei congiurati e degl’insorti albanesi — o almeno epiroti — gli aiuti morali ed economici dell’Austria. Ma, data l’accortezza di quel capo, solo gli avvenimenti potranno fra qualche mese o qualche anno mostrarci se veramente si sia riesciti a farlo cader nell'inganno.