l’albania L’orgoglio di queste parole che anche oggi da un punto di vista storico ed etnico sono abbastanza giuste, non è spento. In ogni albanese che pur sottovoce vi parli di libertà, d’indipendenza o almeno (è la formula legalitaria) d’autonomia, voi lo ritrovate vivo e fiammante. Nella bassa e nell'alta Albania, in qualche retrobottega, in qualche cortiletto a doppia uscita, a sera in qualche boschetto suburbano, laggiù lungo il lago di Jànina o quassù lungo la Bojana, con tutta quella cautela e quel mistero che per noi nati liberi in uno stato libero hanno ormai un rancido sapore melodrammatico d¡ cospirazione quarantottina, io ho veduto e ho ascoltato molti di questi congiurati albanesi, — anime quasi tutte oneste, fiere, speranzose tanto da apparire illuse. Il nome d’Italia ha per essi tutto il fascino della nazione libera e giovane, tutta la poesia antica e gloriosa che purtroppo anche- a molti di noi italiani malati di classicismo annebbia con un fumo roggio la visione dei mali e delle debolezze presenti, — che a me stesso una settimana fa in vista delle rovine di Apollonia e di Dyrrachium faceva sognar