VA1.I.ONA K DURA ZZO 91 strade fatti attraverso il mondo con la sicu-rez.z.a di un’incisione breve dello stilo sulla tavoletta di cera, sembrano più che storia, leggende. Davanti a Vallona, nascosta negli olivi dentro un seno fra due colline, con qualche minareto bianco appena emergente dal verde argenteo, — davanti alla piccola Durazzo chiara gaia assolata, esposta al mare e alla conquista sulla baja bassa ed aperta, dopo aver per ore cercato nelle viuzze o sul molo o dentro i cortili un capitello, una colonna, un fregio che mi ricordasse Roma, io son restato fino a notte a meditare su quella spiaggia sacra quasi schiacciata dal peso di tanti eserciti verso la conquista, verso la lotta civile, verso il delitto che la vittoria faceva divino e imperiale. E Tonde, in vista, mi davano il numero dei viandanti armati, serrati nella fila, barbuti, bruni, adusti e carichi di bottino, come nei bassirilievi d’un arco trionfale. Ecco il pretore Marco Valerio che incendia alle foci della Yojussa la squadra di Filippo il macedone e Publio Sempronio Tuditano che a Durazzo 205 anni prima di Cristo