*36 l’albania ho detto, è divisa la montagna sopra Scutari, — Hotti, Clementi, Castrati, Screli, ecc. —, e si risponde alle Potenze che il Governo turco è incapace a reprimere la furia albanese. Si tratta di combattere nel 1897 la Grecia? Subito si mostra il pericolo che la Grecia voglia oltre Arta ingrandirsi fino a jànina a spese dell’integrità albanese e si stringe, sotto la benedizione del sultano, la lega di Ipek che neutralizzerà ogni più antica propaganda filellenica in Epiro. E così via, ogni volta che gli astuti e flemmatici diplomatici di Costantinopoli crederanno che ve ne sia bisogno. Poi, a comodo, finita la paura, si passa al secondo atto della commedia e si mandano in esilio o si fanno fuggire all'estero, i capi della lega. Noi intanto parliamo di una coscienza albanese, e tutta l'Europa, meno l’Austria, si illude che dentro i confini etnografici se non geografici dell'Albania, da Vallona a Uskup, da Prevesa a Novi-bazar tutti sappiano che cosa vogliono e tutti vogliano precisamente l’autonomia, e basti un fiammifero di fabbrica torinese o viennese per appiccare un incendio universale.