182 KM ILIO PRASCA torio nella sua capitale vestito alla foggia del precedente secolo, con i capelli incipriati ed il codino pendente sulle spalle, rispecchia al vivo la semplicità di spirito con la quale quel Re e la sua Corte tornavano ad assumere le loro funzioni. Del resto le stesse deliranti acclamazioni con le quali la popolazione torinese manifestava, in tale occasione, la sua contentezza, potevano benissimo — almeno per il momento — illudere il reduce Sovrano che nessun altro maggiore desiderio nutrissero i suoi sudditi, redenti dal dominio straniero, fuorché di rivivere tranquilli sotto il mite e paterno, abbencliè assoluto, regime di governo del tempo {tassato. Molto differente era la realtà. In nessun altro paese di Europa quanto in Italia e. particolarmente nelle provincie dell’antico Reame sabaudo, Piemonte. Savoia, Nizza, fino a poco prima aggregate alla Francia e da leggi francesi governati1, l’influenza dei grandi rinnovamenti politici e sociali di quell’epoca memoranda aveva, pur attraverso il dispotismo napoleonico, lasciato più profonde e durevoli traecie. Ben potevano i rappresentanti dei vecchi sistemi di governo e dei privilegi di casta, da cui il Re era circondato, adoperarsi per nascondergli i veri sentimenti della grandissima maggioranza dei suoi sudditi, ed anche spingerlo a gravi errori, quali, ad esempio, quei suoi primi, ed ultra-retrogradi, decreti per cui tutti i servizi dello Stato venivano, come gerarchia e scelta di personale, ricostituiti seguendo le viete indicazioni dell’ultimo Calendario di Corte pubblicato anteriormente alla partenza della famiglia per l’esilio. Ma il nuovo stato d’animo di quelle popolazioni non poteva ormai più mutarsi, nè il troppo credulo Sovrano a lungo rimanere nell’inganno. In ogni modo, più che dello sfavorevole apprezzamento dei suoi atti da parte dei suoi antichi sudditi, sulla lealtà dei quali si faceva sicuro di potere in qualsiasi caso contare, egli, e con ragione, si preoccupava in quei giorni degli umori della popolazione della Liguria, destinata, dai vincitori di Napoleone, a passare, come