EMILIO PRASCA spadroneggiato, ripetutamente bombardando Oneglin, eapoluogo dell’omonimo piccolo territorio ligure appartenente alla Corona sabauda, e spingendosi anche a tentare sbarelli in Sardegna. Imprese però non fortunate, e nemmeno onorevoli, per gli assalitori. Ad Oneglia, esiguo, ma non spregevole, rifugio di navicelle da corsa, con le quali ardimentosi ufficiali della R. Marina, il Benevello, il Chevillard, il d’Arcolliéres, un De May, un Comes, un Galea molestavano le comunicazioni marittime e predavano i convogli di rifornimento destinati ai Corpi di spedizione francesi; questi medesimi ufficiali ed i loro marinari, improvvisatisi artiglieri terrestri, e secondati dal mal tempo, riuscivano il :i maggio 179:? a respingere-al largo, con gravi danni, il vascello « Themistocle » e la fregata «Modeste» venuti ad inseguirli fino in prossimità del porto e di là bombardanti ancora una volta la piazza. Quanto alla Sardegna, già fino dal dicembre 17i>2, l’intiera squadra del Truguet, presentatasi presso Capo Pula, nel golfo di Cagliari, per operarvi uno sbarco e suscitare movimenti rivoluzionari nell’isola, era stata costretta dalle ostili accoglienze della popolazione e dallo imperversare della stagione invernale a disastrosa ritirata. Sulla fine poi del febbraio 179:?, una spedizione composta della corvetta «Fauvette» e di una ventina di minori legni da guerra e da trasporto carichi di truppe gallo-corse, la quale, sotto il comando di un Colonna Cesari, era dalla Corsica passata nell’Estuario della Maddalena per prenderne possesso in nome della Francia, aveva aneli’essa, dopo tre giorni di vano battagliare*, dovuto più che frettolosamente rinunciare al suo proposito. Fatto destinato ad acquistare, col tempo, particolare notorietà quale contributo alla biografia del futuro gran Napoleone, che, giovanissimo ancora e semplice ufficia-lctto di artiglieria, effettivamente vi ebbe non piccola parte come capo di un reparto di guardie nazionali della nativa sua isola. Ma. indipendentemente dalla ricerca di