114 EMIUO FRASCA modo di far giungere, per mezzo del Coni. Ross, alle superiori Autorità torinesi la proposta di armarli ed impiegarli come artiglieri, od anche come fanti leggeri nel servizio terrestre, costituendo con essi una speciale unità di guerra, al comando di ufficiali della R. Marina. L’accoglimento di tale proposta avrebbe avuto, nel pensiero del proponente, non soltanto il vantaggio di assicurare al servizio del Re un scelto manipolo di bravi combattenti, ma quello ancora di far sentire alle sopradette Autorità la convenienza di affrettare, per mezzo dei sospirati scambi, la liberazione degli ufficiali prigionieri e lo svincolo di quelli già tornati a casa su parola dalla loro forzata inazione. Aspirazione vivissima del Dos Geneys era di venire nominato comandante superiore di quei, suoi antichi compagni e dipendenti. I quali furono di-fatti impiegati come egli aveva proposto e parteciparono in modo altamente lodato alle ultime vicende della guerra nella zona di Mondovì, ma senza il Des Genevs, che, come tutti gli altri suoi colleghi dell’« Al ceste », dovette aspettare lo scambio sino a dopo il termine delle ostilità. L'aspettazione non fu tuttavia molto lunga. Venuto sulla fine del marzo 17i)<> il generale Buonaparte a prendere il comando dell’esercito francese in Italia, il suo travolgente genio non ebbe bisogno di più che 18 giorni por completamente debellare la resistenza che le truppe austro-sardi* e sopra tutto le sarde avevano fino allora, e cioè durante poco meno <-li(‘ quattro mesi, tenacemente opposto alla invasione del Piemonte per parte dei suoi predecessori. 11 28 aprile V. Amedeo si trovava costretto ;i firmare l’armistizio di Cherasco e il 15 maggio la pace di Parigi tra il regno di Sardegna e la Francia. Dopo ciò non restava a Re Vittorio che mettersi sul piede di pace congedando la massima parte dei suoi soldati. Il giorno 5 agosto — nel Memoriale questo giorno è chiamato giorno fatale — il Cav. Des Geneys, col cuore pieno di tristezza, assisteva ad una definitiva rassegna 1 lassata dal Comandante di Castelveccliio agli ultimi rappresentanti del Corpo della Marina, che, dopo gli invii