EMILIO PRASCA di insuperabile ardimento e ferocia. Tale è la furia con la quale questi vengono all’assalto che, scossa la resistenza dei Sardi, riescono a passare all’« Aquila » ed a farsi padroni del suo castello di prora e dei cannoni ivi situati. Sempre combattendo, ma obbligati a retrocedere, si riducono i Sardi a poppavia dell’albero di maestra; pochi momenti ancora e 1«Aquila» è perduta. Ma così non l’intende Vittorio Porcile: ferito al fianco, egli scende un istante sotto coperta: ivi fasciata alla meno peggio la sua ferita, consegna ad un suo lido una miccia accesa con ordine di dar fuoco alle polveri della « Santa Barbara » e far saltare per aria la nave in caso che i Barbareschi avessero a riescire vincitori : risalito poi sul ponte, con tanto ardore riprende a combattere e ad incoraggiare con la voce e con l’esempio i suoi già sfiduciati e smarriti dipendenti, che questi si mutano in leoni, e, respingendo e buttando in mare i nemici, riacquistano lo spazio perduto e passano, alla loro volta, sul felucone. Ivi la lotta continua ancora per qualche tempo senza remissione, ma, morto il Rais, coperto il ponte di morti e feriti, il felucone è costretto ad arrendersi. Contemporaneamente a questo sanguinoso duello, altro non meno accanito ne stavano combattendo tra loro la galeotta tunisina e il « Falco» egualmente venuti a reciproco abbordaggio, mentre che il laneione « S. Effisio» inseguiva a cannonate il terzo legnetto nemico datosi, nel trambusto, alla fuga. Il valoroso Porcile preso rapido possesso del felucone, si affretta ad accorrere coll’« Aquila >■ in aiuto del «Falco» e provvede perchè il « S. Effisio» faccia altrettanto. L'esito non può essere dubbio ed in breve anche la galeotta è vinta e catturata. L’azione era durata quattr’ore. Pochi danni nelle loro parti essenziali ebbero le due mezze galere, ma moltissimi furono a bordo di entrambe i feriti, tra i quali gravemente il Porcile, più leggermente il De May : nove morti. Data ai morti onorata sepoltura nella profondità del mare al largo di Capo Teulada, e fatta ricondurre la ricuperata tartana nell’insenatura dove era stata pre-