50 EMILIO PRASCA « Specie di militar naviglio da remo clie si distingueva dalle grandi triremi per tre caratteri specifici che erano: dimensioni ridotte, rematori scapoli (1) e remo sensile. Trenta metri di lungo, invece di cinquanta ; sei di lai’go, invece di otto ; venti banchi invece di trenta, ed un solo vogatore per ciascun scalmo invece di cinque. Di bel tempo e senza contrasto, spiegavano tutto il cotone delle lunghe antenne e gentili, e correvano all’orza più di qualunque boliniere. Ma nella caccia o nella mischia, o dove si volesse con ardimento strategico vincere il vento, il mare, il nemico, allora ponzavano vigoroso sovr’esso il braccio del remo lunghissimo ed elastico; e ne facevano ala potente a qualunque volo di vittoria. Insomma così le mezze galere spiccavano tra i gioielli delle antiche marine, come oggidì lampeggiano le torpediniere e gli incrociatori ». Ed aggiunge più sotto: « Negli ultimi tempi presero (le mezze galere) in corsia ini pezzo da 24, due cannoni laterali da 12, otto tromboncini alle bande, cinquanta soldati ai pavesi, duecento persone di equipaggio, compresi gli ufficiali e le maestranze ». Nella Marina sarda lo Stato Maggiore delle navi di questo genere era composto di un comandante, il cui grado variava indifferentemente da quello di sottotenente di vascello (luogotenente di fanteria) a quello di capitano di vascello (colonnello di fanteria) secondo le circostanze, i meriti e l’anzianità di servizio delle persone prescelte, un ufficiale in 2a, naturalmente di grado, o almeno di anzianità, inferiore al comandante, più due (1) Cioè non più incatenati in modo permanente ai banchi della voga, coinè sulle antiche galere, ma, soltanto per questo particolare, scapoli, o liberi, perchè invece tuttora reclutati fra criminali condannati a questo e ad altri lavori forzati sotto la vigilanza degli aguzzini. A differenza delle altre Marine, la sarda aveva da tempo rinunciato a valersi per le sue na\i di schiavi e prigionieri di guerra barbareschi, che faceva invece lavorare a terra, serbandoli come scambi pei- il riscatto dei prigionieri propri, ed evitando frattanto che essi acquistassero conoscenza dei porti e litorali dell'isola per laro nuove incursioni dopo ricuperata la libertà.