l'ammiraglio des GENEYS e I SUOI TEMPI della spedizione: mettere una buona volta Hne anche a Tunisi come già era stato fatto nel 1825 a Tripoli, al continuo rinnovarsi da parte di quel Bey di violazioni dei vigenti trattati e di atti di prepotenza a danno dei sudditi sardi dimoranti o trafficanti nella Reggenza. Anche ultimamente le Autorità beilicali per il sospetto che un legnetto sardo colà approdato intendesse esercitarvi il contrabbando, non solamente avevano sequestrato ¡1 legno e il suo carico, ma imprigionato il Capitano, certo Figallo, genovese, lo avevano di loro arbitrio, c cioè sottraendolo alla competente giurisdizione del Conte Filippi, locale Console sardo, sottoposto alla ignominiosa pena della fustigazione. Inutilmente il Conte Filippi aveva protestato e domandato riparazione. Da più mesi la vertenza si prolungava senza risultato e una buona lezione con la forza era quindi divenuta indispensabile. Combinazione volle ohe in quel medesimo tempo il Governo napoletano avesse a sua volta motivi di gravi lagnanze contro il Bey tunisino per analoghe offese ai propri sudditi. I due Governi si misero d’accordo per un’azione connine, (’osi (piando il giorno 7 giugno il (’onte de Viry giunse in rada di Tunisi vi si incontrò con una squadra napoletana al comando di un Ammiraglio Caracciolo. Quantunque la squadra sarda non avesse ancora con sè le dodici cannoniere che l’Ammiraglio Des Geneys, con savio consiglio, aveva voluto partissero da Genova e compiessero la traversata con libertà di navigazione, i due Ammiragli non indugiarono a far giungere al Bey le loro intimazioni. Parve sulle prime l'imponente apparecchio guerresco da cui erano appoggiate producesse impressione sul Bey e lo rendessero proclive a concedere le richieste soddisfazioni. Ma tosto fu constatato che egli cercava solamente di prender tempo prolungando le trattative e frattanto radunava armi ed armati per respingere eventuali operazioni da sbarco delle due squadre. Questa eventualità evidentemente costituiva pel momento il suo maggior pensiero, chè, quanto al fuoco dei cannoni delle navi, la posizione della città