L’AMMIRAGLIO UB8 GENEYS E I SUOI TEMPI dante Sivori valessero meglio dei protocolli del Conte Yallesa. I Capraiesi non ebbero, comunque, a dolersi ohe la loro isola entrasse a far parte del Regno di Sardegna e cioè diventasse italiana invece di diventare, come la Corsica, possesso francese. Essi trovarono nel Des Ge-neys, alla giurisdizione del quale l’isola fu tosto aggregata, un premuroso antico conoscitore dei loro bisogni. Estrema era la loro povertà, sia per lo scarso reddito dei pochi terreni coltivabili del loro roccioso paese, sia per la decadenza di quelle industrie marinaresche che formavano in passato la loro maggiore risorsa. Su proposta dell’Ammiraglio il Governo di Torino li dispensava dal pagamento di qualunque contribuzione fondiaria e disponeva che l’isola fosse provveduta di una riserva di frumento sufficiente al mantenimento di tutta la popolazione. Altri regi decreti »istituivano sul luogo regolari servizi amministrativi e giudiziari. La guarnigione era aumentata e venivano costruite nuove opere di difesa contro visite dei Barbareschi. E finalmente l’Animiraglio che già per il passato, durante la sua permanenza in Sardegna, aveva avuto occasione di sperimentare le eccellenti attitudini marinaresche di quelli isolani, più di uno dei quali aveva preso servizio sulle rr. galere, cercava di altri reclutarne per le navi della nuova Marina, adoperandosi così a fare di Capraia una seconda Maddalena, nel che sebbene non nelle stesse proporzioni, felicemente riesci. Non è frequente il caso che chi navighi nelle acque dell’Arcipelago toscano metta piede a terra nell’isola di Capraia. Chi vi approdi, e voglia trattenervisi almeno qualche ora, può oggi ancora trovarvi ricordi del benefico governo dell’Ammiraglio Des Genevs e, primo di ogni altro, il nome di Lui assegnato alla maggior strada del Paese. 15