però imponeva vi entrasse certo Maggiore < Vescia della Legione leggera, dimostratosi parteggiante per gli ammutinati. Tale Commissione, la cui nomina fu annunciata al pubblico dal Simondi dall'alto di una finestra di casa Sciacealuga e poscia diffusa dalla stampa insieme ad un breve proclama dell’Ammiraglio col quale questi delegava alla Commissione stessa tutti i suoi poteri in attesa degli ordini della Reggenza, avrebbe, nel suo complesso, potuto essere peggiore. I suoi membri sebbene tutti più o meno apertamente simpatizzanti per la Costituzione, erano, infatti, anche propensi a moderati propositi. Primo suo atto fu la istituzione della Guardia Nazionale che, per vero, diversi fra i caporioni dei ribelli già avevano cominciato ad istituire per loro conto, attribuendosi di propria autorità, nell’ufficialità di essa, gradi ed onori ebe furono loro per il momento confermati. sopra ogni altra cosa premendo allora il ripristino dell’ordine. Ad effettuare questo ripristino si stavano pertanto adoperando anche la maggior parte di quelli ufficiali che, ingannati dalle false notizie diffuse dai cospiratori, e coinvolti ìiella generale agitazione, avevano fatto adesione e non si erano opposti allo scoppio del movimento costituzionale. Lasciata sbollire la prima irruenza degli insorti, essi andavano ora raccogliendo in mezzo alla folla i proprii dipendenti con essa frammischiatisi e li guidavano a riunirsi nella piazza delle Vigne retrostante alla casa dove era prigioniero l’Ammiraglio, venendo così a costituire un nucleo di forza organizzata contro ulteriori eccessi. Bensì vero che qualche nuovo collega era invece rimasto con una frazione di dimostranti cit-tndini e soldati i quali dopo l’uscita dell’Animiraglio dal palazzo dell’Ammiragliato, si erano precipitati nei suoi appartamenti mettendogli ogni cosa a soqquadro. Ed uno di essi, certo Borso de’ Carminati, ufficiale del Reggimento Sai uzzo, si era eziandio assunto di guidare una massa di quella gente a prendere d’assalto il brigantino