I/AMMIRAGLIO DES GENEYS K I SUOI TEMPI menti, la cambiale su Marsiglia già era stata protestata e già il Bascià aveva avuto notizia del protesto di essa, per mezzo di una nave francese giunta a Tripoli il giorno innanzi dell’arrivo delle istruzioni del (’onte della Torre al Console Joux. Giudicandosi non soltanto danneggiato ma beffato, il rapace sovranello divenne furibondo, e fatto chiamare il malcapitato Joux gli ordinò di ammainare la bandiera del Consolato, rimanendo però come ostaggio in Tripoli e di far sapere al suo Governo che fino a quando esso non gli avesse pagato le 3000 piastre ogni amichevole relazione fra loro doveva considerarsi spezzata, mentre non solamente egli si considerava creditore del regalo spet-tantegli per il cambio Parodi-Joux, ma altro di 4000 il Governo sardo avrebbe dovuto pagargliene se desiderava rimandare il Parodi, o altri, al posto del Joux. Riguardo del resto al Parodi, aggiungeva che se fosse rimandato a Tripoli, (»gii, per ragioni a lui note, avrebbe rifiutato di riceverlo. Questa avversione del Bascià per il Parodi, sebbene venuta fuori in secondo tempo, era stata ed era tuttora uno dei maggiori incentivi all’inasprimento della vertenza. Il Parodi, uomo svelto ed accorto, ma ruvido ed utilitario, aveva in diverse occasioni urtato gli umori del Bascià, ma soprattutto le suscettibilità dell’onnipotente Console inglese. E questi non aveva certamente perduto occasione per influire sul Bascià a scopo di ottenere l’allontanamento da Tripoli del recalcitrante Parodi, mentre si dimostrava tutto propenso al Joux. 11 quale, a giudicarne dalle sue lettere al Governo di Torino, lavorava anch’esso per scalzare la riputazione del collega lontano e prenderne il posto. Insomma un groviglio di intrighi, non sfuggiti, come già facemmo rilevare, all’Ammiraglio Des Geneys. Comunque, le cose erano ormai giunte a tal punto da rendere necessario che il Governo sardo risolutamente e senza dilazione agisse non solo a tutela dei propri interessi ma del proprio decoro. Evidentemente il Bascià tripolino, quantunque non