L AMMIRAGLIO DE8 GENEYS E I SUOI TEMPI citava (‘(1 otteneva dal Governo facoltà di commissionare di urgenza ai cantieri del porto di Livorno la costruzione di alcune cannoniere e di altri minori legnetti. Per tal modo, come un vigoroso germoglio di buon seme trova sua via anche attraverso le asperità della roccia, così, grazie all’energico impulso di un uomo per il quale la lotta con le difficoltà era ormai diventata parte integrante della sua natura, la nuova Marina Sarda procedeva verso la sua istituzione. Nei primi mesi successivi all'annessione, era stato a Torno instituita una Amministrazione marittima autonoma. Col cadere dell'anno, tale Amministrazione fu aggregata a quella della Guerra, la quale assunse allora, c conservò poi per molti anni, la denominazione di Regia Segreteria di Guerra e Marina. Questo mutamento non portò comunque sensibili effetti nella libertà di azione deH'Amm. I)es Geneys. A Torino, dove mancava ogni competenza in materia, non si era in grado di esercitare controlli tecnici sull’opera sua. Soltanto (piando si trattava di mettere fuori denaro cominciavano i guai. Nella distribuzione delle spese militari del Regno di Sardegna, nei primi anni dalla sua restaurazione sopra un totale di trenta milioni di lire, soltanto tre, o poco più, erano destinati alla Marina. Quivi vedovasi l'ingegnosità del-l’Ammiraglio per arrotondare, in via straordinaria, quando l'ordinaria più non valeva, quella misera cifra. E' rimasta memoria tra i superstiti dell’antica Mai-ina sarda di certo ritrovato più di una volta messo in opera, allora e poi, dall’Ammiraglio per far pagare allo Stato ciò che questo rifiutava di comprendere nei preventivi delle sue spese (1). Raramente le navi che il Dos Geneys faceva mettere sullo scalo arrivavano al punto di essere varate senza che le loro proporzioni superassero quelle per cui egli aveva ottenuto i fondi necessari: così un brigantino diventava una corvetta, una corvetta una fre- (1 ) V. Miehelini.