70 EMILIO FRASCA affinchè egli prendesse le sue misure per la difesa dell’isola ed evitasse di spedire navi a Nizza e Villafranca, dove sarebbero state inevitabilmente catturate, fornire la fregata al completo di viveri, rimettere senza ritardo alla vela e dirigere, costeggiando il litorale africano per scansare incontri con navi nemiche, verso l’Oceano: raggiunto od oltrepassato lo Stretto di Gibilterra, porsi senz’altro in crociera sulle grandi vie commerciali dell’india e delle Americhe per ivi far preda del carico del maggior numero possibile di navi francesi a profitto del regio erario: quanto alla scelta dei luoghi ove mettere al sicuro le prede fatte non v’era — sempre a suo avviso — da dubitare che all’uopo avrebbero molto bene potuto servire i porti inglesi e particolarmente quello di Gibilterra, giacche la rottura delle ostilità tra la Francia e Inghilterra era ormai da considerarsi non solo certa, ma. imminente. L’audace progetto del Dos Gonovs ebbe l’approvazione e l’appoggio di più d’uno tra i suoi colleghi, ma noli di tutti. Prima che la «San Vittorio» lasciasse Villafranca già si era colà diffusa la voce elio fosso imminente da parte dei Francesi una spedizione anche contro la Sardegna, cosicché — dicevano i dissenzienti — so la regia fregata si fosse colà dirotta avrebbe corso troppo grande rischio di trovarsi preceduta o raggiunta. A proposito della progettata crociera in Oceano facevasi inoltro presente che un decreto della Convenzione nazionale francese aveva ultimamente abolito la guerra di corso e dichiarato atto di pirateria qualunque aggressione contro navi mercantili. Il Comandante Ross, senza essere proprio un altro Di' Courten, era uomo attempato e prudente: la sua decisione fu di condurre per il momento la nave nel porto neutrale di Livorno donde egli avrebbe chiesto istruzioni a Torino su ciò che doveva faro. Ma, persistendo, e sempre più fresco, il vento da est, dopo un paio di giorni di navigazione, egli appoggiava nell’altro egualmente neutrale porto di Genova. Da colà potè mettersi in comunicazione con Torino e ne ebbe ordine di far vela senza ritardo alla volta di Napoli