L'Ali MIRAGLIO I)ES (¡KKKYS K I SUOI TEMPI 197 nenti, non solo del nuovo acquisto territoriale sabaudo, ina dall'intiero regno chiamato a diventare, per effetto di quell’acquisto, uno fra gli Stati marittimi più importanti del Mediterraneo. Considerando che, durante lunga serie di secoli, la Repubblica Genovese, sempre era stata famosa per i suoi traffici ed armamenti navali; considerando che, ¡indie recentemente, il poderoso impulso napoleonico aveva trovato modo di fare di Genova uno dei più attivi posti di costruzione e di allestimento della flotta francese, sa-rebbesi potuto pretendere che, con il passaggio del territorio ligure sotto il dominio sabaudo, avesse anche a passare sotto questo dominio 1111 ragguardevole e regolarmente organizzato nucleo di forze militari e commerciali marittime. 11 nuovo Comandante in capo non ebbe — ahimè! — mestieri di compiere molte indagini per disingannare in proposito anche le più modeste aspettazioni sue, e del proprio Governo. Ferverò la Repubblica Genovese non aveva mai posseduto, nemmeno nei tempi del suo massimo splendore, una forte e bene ordinata Marina di Stato, come l’ebbe, per esempio, fino agli ultimi giorni di vita, la Repubblica Veneta. Essa soleva invece, nei casi di bisogno, ricorrere piuttosto al sistema degli armamenti per appalto cui il patriottismo, lo spi rito di intraprendenza, e l’abbondanza di pecunia dei suoi cittadini mai non mancavano di corrispondere. Nella sonnolente seconda metà del secolo XVIII tutta la Marina da guerra della Repubblica di S. Giorgio consisteva in tre o quattro vecchie galere ed altri minori le-gnetti che raramente prendevano il mare, lasciando abitualmente la cura di proteggere le navi ed il commercio ligure contro i pirati ad una pia Assicurazione privata di beneficenza, la quale, appunto con tale scopo, manteneva armati e faceva navigare nell’alto Tirreno alcuni legni di sua particolare proprietà. D’altronde gli arditi commercianti e capitani marittimi genovesi provvedevano essi medesimi alle difese delle loro navi munendole di cannoni dei quali sapevano, all’occorrenza, valersi da