222 EMI HO PRA8CA barcazioni sotto il bordo della mezza galera « Liguria » particolarmente destinata a proteggere, col concorso del « Falco », le loro operazioni. Da colà le imbarcazioni formatesi in gruppi rispettivamente diretti dal tenente di vascello Albini, < 'omandantc il bovo « Veloce» e dal sottotenente di vascello Angici dovevano recarsi a terra in due diversi punti dell’isola in prossimità dell’unico porto di essa ed ivi sbarcare i proprii contingenti, i quali, per le vie a ciascuno assegnata, dovevano, a marcia forzata, raggiungere il paese, situato sulla collina, ed ivi riunirsi sotto il comando del capitano dell’artiglieria di marina Brunesi. Un terzo gruppo composto tutto di marinari e provveduto di un cannone da campagna al comando del luogotenente Spinola doveva inoltre essere sbarcato, dopo i primi due, in posizione conveniente per appoggiarne la marcia. Lo sbarco avvenne senza inconvenienti e alle 4^4 le truppe sarde già si trovavano in possesso sia del paese che del porto. La popolazione, evidentemente intimidita di fronte al risoluto procedere dei nuovi arrivati, non aveva dato segno di resistenza. Tosto si seppe, d’altronde, che il (’omandantc francese, sino dal giorno precedente, si era allontanato dall’isola. Tvi erano però ancora rimasti quei venturieri corsi, che fino allora erano stati istigatori delle male disposizioni di quella pacifica gente. Non essendo ora riusciti ad indurre la milizia paesana ad associarsi a loro per opporsi alla avanzata dei sardi, essi eransi ritirati nel Castello e rifiutavano di arrendersi. Tentò il Sivori quella sera, e poi anche la mattina seguente, di persuaderli a mutare pensiero. Ma la loro ostinazione richiese mezzi più convincenti delle parole. Ed a mezzogiorno dell’8 il Comandante sardo diè ordini alle truppe di impadronirsi con le forze del Castello ed alla flottiglia di batterlo col cannone. L’attacco cominciò alle 2 da mare e da terra. Ed il Castello ebbe anche l’audacia di rispondere al fuoco. Ma non più di mezz’ora durò quel simulacro di combattimento che nè da una parte nè dall’altra produsse danni salvo il consumo