i/AMMIRAGLIO PES GENEYS e I SUOI TEMPI data, la squadretta con a rimorchio le due navi nemiche, le quali complessivamente portavano 17 cannoni ed oltre 200 uomini di equipaggio, mise in rotta per tornarsene a Cagliari. Ivi la attendevano trionfali accoglienze. Re Vittorio volle di persona .recarsi a ricevere i suoi prodi marinai ai quali innumerevole folla di popolo, accorsa da ogni parte dell’isola, tributava infinite manifestazioni di plauso e di riconoscenza. A completare la solennità di quei festeggiamenti mancò tuttavia la presenza di qualcuno che non avrebbe dovuto mancare, e cioè dell’Ammiraglio Des Geneys cui, pur non avendo egli personalmente partecipato al glorioso cimento, spettava senza dubbio il merito di avere degnamente preparato uomini e navi a conseguire la rittoria. Non si mosse egli dal suo abituale soggiorno di Maddalena. Ma una serie di lettere da lui scambiate in quei giorni col Oav. Rossi, primo Segretario di Stato e Ministro per la Guerra e Marina alla Corte di Cagliari, e col Comandante De May, dimostrano non solo la legittima profonda contentezza del suo animo, ma la sua premurosa ed illuminata sollecitudine nel provvedere, anche da lontano, a quanto le circostanze del momento richiedevano per la squadretta e per il suo personale (1). Sopratutto interessanti sono quelle che riguardano le proposte di ricompensa presentate al Sovrano e, studiate in modo che, compatibilmente con le condizioni dell’Erario, nessuno dei molti meritevoli rimanesse dimenticato. Le famiglie dei morti e dei feriti ebbero pensioni; quasi tutti gli ufficiali subalterni e molti graduati e comuni, promozioni e medaglie; parecchi fra i condannati al remo ottennero la libertà, a tutti gli altri fu concessa una diminuzione di pena. Al maggiore eroe della giornata, il Comandante Vittorio Porcile, già insignito di distinzioni per altre precedenti benemerenze, fu assegnata una pensione di L. 600 da (1) Archivio di Stato di Cagliari. Voi. 1148, Serie 2‘ della Segr. Stato~