l'ammiraglio des geneys e i suoi tempi 99 zione di parlarle (1). Fu solo a breve distanza, clic1 mi trovai forzato, ma troppo tardi, a riconoscere di avere che fare con nemici e non con inglesi (2) giacché, appena io accennai a mettermi all’orza per prendere caccia, questa fregata, sottovento alla quale- io ero già scaduto, ammainò la bandiera inglese alzando il tricolore (3) e mi (1) Ecco come le Note segrete illustrano questa risoluzione di Capt. Koss: «Già 1’« Alceste » eira così vicina alla prima fregata della squadra che si cominciarono a distinguere il vestiario e(l il berretto dei giacobini 0 sanculotti francesi, ma, per effetto di una «particolare fatalità, il Comandante Koss e il suo pilota Seoffiero, ed anche altri di bordo, si mantenevano intestati nel non prestare fede alle osservazioni del Cav. Des Geneys e nemmeno ai loro propri ocelli. Per loro la bandiera amica sventolante su quella squadra — grossolano stratagemma di guerra frequentissimo a quei giorni — era tutto. Disperato per tanta cecità il Cav. Des Geneys pensò allora di proporre al suo Comandante di approssimarsi alla fregata che era sull’ala del vento della squadra affinchè se, come egli riteneva, si trattava di nemici, e 1’« Alceste » era destinata a rimanere vittima di uno sbaglio, essa non soggiacesse al suo destino, che dopo avere, combattendo, messo al coperto l’onore della bandiera sa ni a. Questa riflessione era di natura troppo delicata perchè il Comandante non si piegasse, quantunque a malincuore, a tenerne conto. Si rimise dunque all’orza per eseguire l’avvicinamento. Contemporaneamente il Cav. Des Geneys provocava dal Comandante l’ordine di chiamare l’equipaggio a posto di combattimento e di caricare i cannoni. Ma prima di far battere la generale il Cav. Des Geneys secondato dal Conte di Villanova, prendeva la precauzione di far chiudere 1 boccaporti della stiva perdhè nessuno si potesse in questa nascondere; precauzione non inutile, perchè quantunque ufficiali ed equipaggio accorressero prontamente al loro posto, più tardi fu constatato che alcuni pochi codardi erano riusciti a rifugiarsi nella stiva prima della chiusura dei boccaporti. (2) « Mio caro, voi avevate ragione : si tratta di nemici : non abbiamo più altro partito da prendere che quello di batterci ». Così disse Capt. Ross a! Cav. Des Geneys da lui mandato di urgenza a chiamare in batteria dove stava allestendo i cannoni dei quali, come primo luogotenente, spettavagli dirigere il tiro. « Egli era naturalmente troppo commosso — scrive il Des Geneys nelle Note -— perchè io osassi fargli il menomo rimprovero: pensai che convenisse al contrario rassicurarlo perchè potesse conservare la tranquillità necessaria nella critica circostanza nella quale ei trovavamo. Mi limitai dunque a dirgli che tutto era in perfetto ordine pei- il combattimento, che 1’eqtiipaggio, per cura degli ufficiali, era ottimamente - preparato e disposto a compiere il proprio dovere e che perciò egli poteva senz'altro pensiero, attendere alla manovra, dalla quale dipendeva la riuscita di qnanto ancora ci era possibile tentare per salvare la fregata o per non arrenderla che all’estremo. Mi rispose che « ciò era affar suo ». (3) Se — dicono le Note — la fregata nemica avesse avuto meno fretta di alzare il tricolore, e prima di far ciò si fosse lasciata ancora un poco