308 UMILIO PRASCA rino nella trattazione degli affari consolari di oltremare, si era il Conte della Torre, tino dall’arrivo dei primi rapporti del Cav. Joux, messo in relazione, per accordi e consigli, con l’Ammiraglio Des Genevs, il quale non indugiava ad esporre con quella acutezza e praticità di mente che gli erano proprie, il suo modo di vedere sul-l’argomento. In tal modo, il Des Geneys, anche stando lontano, si rendeva chiaro conto della quistione. Di fronte, in ogni modo, al reale ed imminente pericolo dei gravi danni che una improvvisa ripresa della pirateria tripolina poteva cagionare al traffico marittimo sardo, egli, oltre al sopracitato ricorso al Rappresentante inglese a Torino, per agire sul Console Warrington, consigliava si facesse il possibile perchè da Marsiglia non fosse pel momento notificata protesta della tratta dello 3000 piastre e che intanto si facesse al più presto partire alla volta di Tripoli il R. brigantino «Zeffiro» per ricondurre colà il Console Parodi e rimpatriare il Joux latore di un rapporto del Parodi sulla situazione, in base al quale rapporto si sarebbero prese definitive decisioni circa l’invio della squadra ed il quietanzamento o meno della cambiale su Marsiglia. Che se dai rapporti risultasse avere già il Bascià impegnate per i propri bisogni le 3000 piastre e si giudicasse conveniente non contestargliele, il Parodi fosse autorizzato a fingere di anticiparle di tasca sua. salvo ad averne la restituzione dal Bascià in occasione del primo futuro regalo consolare. Il Parodi avrebbe dovuto inoltre giustificare la sua prolungata assenza attribuendola, oltre che alle ragioni di saluti1, a difficoltà incontrate per attendere a certe negoziazioni di ordine finanziario e commerciale a lui affidate dal Bascià stesso quando aveva lasciato Tripoli. Un insieme, insomma, di abili schermaglie per parare o almeno dilazionare, pur salvando il decoro della bandiera, impreveduti attacchi ai naviganti sardi, ignari di quelle complicazioni. Ma quando il Des Geneys suggeriva questi accorgi-