XVI. A Genova (1815-1816) Per ironia della sorte, le proteste e le petizioni di i Genovesi, più che a vantaggio, valsero a danno delle loro aspirazioni. Anche astrazione fatta dagli accordi di massima ormai decisi fra le Potenze alleate per l’ingrandimento del Regno Sabaudo, nulla avrebbe potuto maggiormente contestare con le idee prevalenti nel Congresso di Vienna che la invocata creazione in Italia di uno Staterello, sia pure non repubblicano, ed invece semplicemente autonomo, ma retto con forme liberali di governo, e perciò immancabilmente destinato a diventare perenne focolare di propaganda e di cospirazioni contro il reazionario assetto materiale e spirituale che il Congresso intendeva ristabilire nella Penisola. Toccò così ai Genovesi la massima delle delusioni, quella di trovare particolarmente avverso alle loro istanze il Principe di Mettermeli, rappresentante dell’Austria, sull’appoggio del quale essi, facendo assegnamento sulla tradizionale malvolenza della politica austriaca verso la