Jj’aMMIRAGLIO DES GENEYS E I SUOI TEMPI 243 alla spesa, si erano associati il Marchese Alessandro Visconti D’Aragona e Conte Federico Gonfalonieri, fidi compagni suoi di aspirazioni patriottiche. Diverse lettere scritte da Genova negli anni 1818 e 1819 dal Conte Porro, e pubblicate pochi anni or sono dal Conte (¡io-vanni Sforza (1) non lasciano dubbio che l’ordinazione di quel piroscafo avesse appunto scopo patriottico. Nelle intenzioni del generoso gentiluomo lombardo — il quale ebbe, coni’è noto, per suo segretario e precettore dei suoi figli l’autore delle Mie Prigioni — c dei suoi compagni, il nuovo vaporetto, cui dai suoi armatori fu imposto il nome di «Eridano», doveva essere impiegato per risalire da Venezia il Po e i suoi affluenti e, sotto apparenze di esercitare traffico commerciale lungo le sponde di quei fiumi, servire di fatto a diffondere tra 1< locali popolazioni sentimenti di libertà e indipendenza dallo straniero. Non è qui il luogo di descrivere come 1’« Eridano», partito liberamente da Genova e giunto a piccole tappe felicemente a Venezia, colà effettivamente intraprendesse e continuassi1, finche il Governo austriaco non glie Io impedì, il suo traffico e la sua propaganda. Basti a noi avere messo in rilievo un fatto che crediamo a pochi noto, e cioè che se il primato della costruzione di navi a vapore in Italia spetta indiscutibilmente alla Marina napoletana, anche a Genova, ed a breve distanza di tempo, una ne fu costruita non meno valida e ingegnosa di quella napoletana. Pur notevole di memoria ci sembra la circostanza che l’Ammiraglio T)es Genevs, allora reggente non solo il Comando della Marina, ma, per interim, anche quello del Ducato in assenza del Beve], ne favorisse, dal canto suo, la costruzione, mentre vi ha ogni ragione di credere che i sentimenti ed i progetti politici del Conte Porro non potevano essergli del tutto ignoti. Per natura e pei- elezione schivo da indagini e procedimenti polizieschi allora tanto in voga, egli preferiva (1) V.* Giovanni Sforza: Silfio Pellico a Venezia.