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EMILIO FRASCA
tenuta annunciavano lo stato di rivoluzione nel quale questa nazione si trova e i nostri equipaggi nulla avevano da guadagnare trovandosi a contatto con loro. E’ però giustizia dire che il Comandante <li queste due fregate, che mi viene assicurato essere ben pensante, si è fatto indirettamente scusare, perchè la sua posizione e il timore di essere denunciato non gli avevano permesso di adempiere verso di me i doveri della buona creanza».
   Piccole miserie in confronto alle seguenti belle e buone parole: «In generale la squadra di S. M. è stata accolta dovunque con distinzione e con gli onori resi a quelle delle maggiori nazioni ».
    (’osi finisce la Relazione.
   La squadra fu di ritorno a Genova per i primi di novembre e l’Ammiraglio ne sbarcò il giorno 7.
   T ricordi di quel suo comando di «Ammiraglio per davvero » certo furono presenti alla sua memoria quando, alcuni anni più tardi, egli nella prefazione del Regolamento della R. Marina Sarda, così descriveva quale debba essere l’ufficiale'di Marina (lì:
   Lo zelo Ulti minato d<i Sigg. Ufficiali della Mariva Jfealc, mi fa tanto maggiormente sperare che essi coopereranno con tutti i mezzi loro al risultato propostomi nello distendere queste istruzioni, e suppliranno co’ loro proprj lumi alle numerose lacune che immancabilmente, devono trovarvisi, in quanto che io so che sono dessi penetrati dell'importanza de’ loro doveri, e convinti che un Ufficiale di Marina deve consacrare tutti i suoi momenti al disimpegno delle funzioni del proprio stato, ed alUacquisto delle molti/ilici, e profonde cognizioni, cheli sono indispensabili : che dessi boi sanno non bastare già ad un Comandante di un Bastimento da guerra, quando voglia alquanto distinguersi, l’essere perito nelle, scienze nautiche, in quelle dell’artiglieria, dcH’architet-
    (1) Istruì ioni provvisorie per il servizio dei bastimenti da guerra della Marina di S. M. date rUill’Eccelleiitissimo Signor Don Giorgio Andrea De* Genegs - Genova 1826, Fratelli Pagano.