74 EMIÜO FRASCA dalena. E’ noto che il Buonapartc ad attenuare la dura umiliazione subita in quella circostanza dai Gallo-Corsi e da lui con essi, non esitò a poco meno che apertamente accusare di tradimento il suo capo. Gen. Colonna Cesari, corso come lui, ma appartenente al partito antifrancese di Pasquale Paoli. Ma pur vero è che egli, per il primo, dovette rendere omaggio al valore dei suoi avversari. Comunque, ogni ulteriore probabilità di offese marittime contro territori del Re di Sardegna era per allora da considerarsi irremissibilmente tramontata. La diclna- avevano frattanto respinto uno sbarco di truppe tentato dalla « Fa;ivette » sull’isola di Caprera eon mira di prendere alle .spalle le difese della Maddalena, dove perdurava imperterrita la resistenza del Constantin non ostante il bombardamento dei mortai e cannoni nemici impostati a S. Stefano i personalmente diretti dal T5uonaparte. Oltre mille proiettili unà aveva questi l'atto piovere — come eg'li affermò più tardi in una sua relazione ufficiale — siile due batterie e «'.ill’abitato «lei povero paesello, le condizioni del (¡naie, anche per l’esaurimento delle munizioni e «lei viveri, stavano diventando di ola in ora sempre più gravi. Senonehè ecco cessare ad un tratto <[uel fuoco e «rii artiglieri ritirarsi tumultuosamente lasciando dietro di si-buona .porzione delle loro armi e dei loro rifornimenti. I sanxculpttes che componevano la maggior parte degli equipaggi delle navi gallo-corse, amanti più dei comizi di piazza ohe dei bellici rischi, avevano imposto al colonnello Cesari di rinunciare ad una impresa, a loro giudizio, già troppo e senza profitto prolungatasi. Ed il Colonna, che si trovava a bordo della «Fauvette», aveva ordinato ritirata generale, dandone con la stessa « Fauvette » l’esempio, mentre il personale sbarcato a S. Stefano si affollava a casa Villamarina per rimbarcarsi sulle ultime navi colà rimaste. Ciò vedendo, il Millelire non si contenta più di far fuoco da terra su quei fuggiaschi, ma imbarcate un cannone sulla prora di una sua scialuppa, lasciando gli altri ai miliziani gallaresi accorsi da Tempio e da Sassari, esce con la scialuppa ad affrontare le navi nemiche, due ne combatte e riduce a mal partito, poi sbarca con la sua gente a S. Stefano, insegue e fa prigionieri quanti Gallo-Corsi ancora ivi ritrova e per poco non cattura lo stesso Ruonaparte, a tempo messosi in salvo. Rimangono in possesso dei sardi marinari anche le artiglierie e le provviste abbandonate dal nemico. Xel frattempo anche i difensori di Maddalena passano all’offensiva: gli equipaggi delle flottiglie che il Constantin aveva in gran parte adibiti alle opere di difesa terrestre, facendo ricoverare il naviglio nel prossimo e sicuro canale delle Monete, tornano prontamente alle loro navi e con queste si affrettano ad inseguire quelle nemiche che a tutta forza di vele e di remi scornate se ne tornano colà d’onde erano venute. Il Millelire fu decorato con medaglia d’oro al valore. Come già in precedenti occasioni, così si distinse anche per ulteriori belle gesta e finì la sua carriera quale ufficiale e comandante del porto e della piazza di Maddalena.