10 EMILIO PRASCA non meno (‘he dodici figliuoli: giusto tanti quanti poteva melanconicamente vantarne queirineffabile sire d’Ardon nel quale la squisita arte di Giuseppe Giacosa ha, nel dramma II Conte Rosso, personificato i signorotti cam-pagnuoli del tempo del suo protagonista. « Hai dodici figliuoli ? ! » esclama, con pietoso stupore, il Conte Kosso. « Le notti d’inverno sono eterne » risponde il lacero sire. Non altrimenti avrebbe probabilmente risposto, in analoga congiuntura, il barone Giovanni Des Geneys. Le sue condizioni patrimoniali erano invero notevolmente più prospere di quelle del sire di Ardon, il quale, come forse i lettori ricorderanno, non possedeva, oltre i suoi dodici figliuoli, che una smantellata bicocca sorgente in mezzo ad uno stagno infestato da miriadi di loquacissimi ranocchi. Ma il provvedere decorosamente a tanta numerosa figliuolanza non poteva essere, nemmeno per il Barone Giovanni, molto facile compito. Nessuna meraviglia adunque che egli pensasse per tempo ad assicurare ai figliuoli un qualsiasi, purché onorevole, stato. I forti gentiluomini subalpini predilessero in ogni tempo la carriera delle armi. Educati alla scuola dei loro valorosi Principi, essi costituivano l’anima di quelle impareggiabili milizie a capo delle quali Casa Savoia tenne testa, per secoli e secoli, alla prepotenza straniera, gloriosamente preparando l’unità e l’indipendenza d’Italia. L’ottimo Barone Giovanni aveva dunque bell’e tracciata innanzi a sè una larga e decorosa strada per l’avviamento dei suoi rampolli. Tuttavia, egli, che, per singolare eccezione, sempre, era stato uomo di pace, piuttosto che di guerra, non avrebbe punto veduto di malocchio che almeno qualcuno dei sei suoi figliuoli maschi fosse entrato negli ordini ecclesiastici. Tentò successivamente la prova col quarto, poi col quinto, poi col sesto; ma tutti e tre. uno dopo l’altro, arrivati ad un certo punto dei loro studi teologici, non vollero più sentire parlare di tonaca e, gettatala bravamente alle ortiche, corsero a raggiungere gli altri fratelli che già si trovavano sotto le armi. Dalla pace di Acquisgrana (1748) in poi l’Esercito