L’AMMIRAGLIO DBS GF.NEYS E I SUOI TEMPI 137 graduati) a 150. Vero è che il disgraziato Porcile, costretto a proporre egli medesimo simili sacrifìci, proponeva nel contempo la costruzione e l’armamento di due nuovi feluconi. quali navi, a suo avviso, preferibili ad ogni altra per accedere con facilità nei seni e nelle ca-lancbe dell’isola e sorprendervi i contrabbandieri, l.a repressione del contrabbando, esercitato su larga scala, c con grave danno della R. Finanza, sopratutto da imbarcazioni provenienti dalla Corsica, era oramai l’unico obiettivo che il Governo di Cagliari potesse lusingarsi di, almeno in parte, riescire a raggiungere per mezzo della flottiglia. Il Comandante Porcile, esponendo, nel suo piano del gennaio 1799, come egli si proponesse di impiegare le sue navicelle per tale servizio, e raccomandando che l’opera di esse fosse da terra coadiuvata mediante frequenti escursioni di cavalleria e gente armata, lungo la costa, così esprimeva il suo sentimento in proposito: potevasi — egli scriveva — col suo piano riescire «a ridurre in gran parte i disordini, ma non già del tutto distruggerli perchè il contrabbando nei Regni s’è come l’acrimonio nel corpo umano che si mitiga, ma non puolsi del tutto guarire» (1). Quanto alla difesa contro le aggressioni barbaresche l’esperto marinaro si avventurava appena ad accennarvi, dicendo che i due nuovi feluconi, dei quali proponeva la costruzione; potevano, per la loro agevolezza di manovra e per il loro forte armamento non solo avere ragione di qualsiasi legno mercantile ma anche, se uniti, di una galeotta nemica da 80 uomini. Umile ambizione davvero per un uomo come il Porcile! Pur non v’era certamente in tutta l’isola chi più di lui, e con più ragione, si logorasse l’anima per quella quasi assoluta impotenza guerresca cui la estrema povertà dell’Erario veniva ogni giorno più condannando la sua flottiglia. Non oltre un anno addietro (1798) il suo (1) V. nota (1) pagina precedente.