AO grandiosi lavori d’approccio, e massime nella spianata fra le due lunette accennate, ove parea ch’egli volesse stabilire la fronte d’attacco. Nè ristava nemmeno di giorno, se non quando i nostri colpi, bene aggiustati, Io costringevano a lasciare il lavoro ornai distrutto. Egli pure con un fuoco ora lento ed ora forte, nutrito di bombe, razzi e granate alla Schrapncls, micidialissime, perchè essendo di corta spoletta, e scoppiando all’altezza dei bastioni sopra le nostre teste, lanciavano una quantità di palle da fucile in ogni direzione, faceva di giorno sospendere i molti lavori necessari a poter sostenere attacchi ulteriori e più forti. Quasi ogni giorno noi avevamo alcuni morti o feriti. Nella notte, molestati soltanto da rade bombe, concorrevano nel forte un grande numero di operai civili, i quali venivano pagati dal Genio fino a cinque lire al giorno, oltre ai lavori militari. Il colonnello Ulloa, il maggiore dell’artiglieria Mezzacapo, allora rimesso in salute, nelle nuove disposizioni delle bocche a fuoco, negli altri infiniti lavori che necessitavano, davano a divedere le cognizioni loro; se non che mancò loro il tempo, impediti dal dover rifare ciò che male era stato fatto, e dal non esser loro concesso dal nemico agio bastevole a compiere i grandi lavori ultimamente intrapresi. L’8 di maggio pertanto, si mostrava ultimata la seconda parallela dinanzi al bastione N.° G, ed improvvisamente in ogni altra parte delle trincee ristava il lavoro. Egli era necessario conoscere, se il nemico stava rassodando il terreno della parallela per porvi le batterie, o se si fosse ritirato da