45 dogli il lavoro difficile, massime all’estremità che s’appoggiava sulla barena a fior di acqua. Da quella parte, oltreché dal fuoco del forte, egli era molestato anche dalle nostre barche armate di cannoni, che lo prendevano alle spalle dalla Laguna. In questo frattempo egli costruì ancora delle batterie dall’altra estremità di terra-ferma, alla destra del forte, contro il forte Manin e quello di San Giuliano, e per molestare la comunicazione con Venezia. Ed è da ricordarsi la mirabile sortita che fece il capitano d’artiglieria, Andreasi, egregio giovane e valoroso, comandante il forte Manin, che, con trenta artiglieri e con alcune macchine di razzi, si recò sotto quelle batterie, e gettandovi i razzi fece ritirare il nemico. La mattina del 24 cominciò il fierissimo attacco. Perchè fossero compiuti i lavori del forte, avrebbe fatto mestieri qualche giorno ancora, giacché non erano terminati i blindaggi dei cannoni agli angoli salienti dei bastioni; cosa importantissima per difendere i settori, nè compiute ancora tutte le incamiciature dei cannoni a barbetta. Due giorni prima il nemico avea cessato dall’ordinario bombardamento, e quella calma era stata da noi interpretata appunto come quella che precede il temporale. XIV. Alle cinque antimeridiane ecco la prima bomba di sognale. Il cannoniere d’ispezione grida come al soli-