77 avea tolto poco prima i ripari. Scoppia il deposito, lasciando parecchi morti e feriti. Rossarol disparve: se-nonchè i cannonieri, scoraggiati, Io scorgono d’improvviso sbarattarsi dalle macerie e dalla terra che lo aveano sepolto, e dando loro animo, comanda egli di far fuoco, perchè il nemico non goda del nostro sgomento. In quel giorno era ancora affetto di febbre, e gli si era riaperta una ferita riportata già a Curtatone ; nondimeno e’non volle abbandonare il forte; ma mentre dall’alto del parapetto sta osservando il nemico, una palla gli tocca l’omero, ed egli cade mortalmente ferito.[Nel dipartirsi dalla batteria, caldamente raccomandava a quelli che gli erano attorno, e che non lo lasciavano, di avere a cuore il piazzale, e non lui ; e quando il generale in capo, Guglielmo Pepe, venne a trovarlo, boccheggiante nel sangue, e faceva di confortarlo, richiamate le ultime forze: «Non io spirante », gli disse,« ma l’Italia nostra esser deve l’oggetto delle vostre cure ». E poco dopo l’indomito guerriero non era più. Nella notte del 6 di luglio, un distaccamento di volontari austriaci tentò una sorpresa sul Ponte. Distratta l’attenzione de’ nostri con un brulotto che scoppiò di fianco al piazzale senza recare alcun danno, dall’altro fianco con un zatterone scalarono il forte. Gli artiglieri sorpresi, e per negligenza non essendo armati di fucile, affrontano i primi inutilmente, perchè sono costretti a ritirarsi. Ma fu un punto solo. Gosenz si spicca dalla stazione di Venezia con una riserva di gendarmi, guardie mobili e cacciatori del Sile, ed altri animosi, e corrono