22 buio tempestoso del verno, i primi ad armare i posti, gli ultimi a ritirarsi, aspettando molte volte il giorno sotto nevi e pioggie dirotte. Lo spirito che gl’informava era repubblicano; la loro divisa la patria e l’onore; erano democratici nell’anima, come lo è tutta la veneta gioventù. Ed era bello che, mentre provvedevano al bene della patria, lasciavano agli altri le parole, ed essi attendevano ai fatti. Essi riguardavano quei bastioni come le mura della loro casa, e nottetempo segretamente ne usciano pel forte ad accertarsi che tutto era in ordine, senza che ci entrasse comando. In questa guisa facevano parlar di sè la città, a cui avevano inspirato una grande fiducia. Per modo che, se correva alcuna voce maligna sulle intenzioni dei comandanti, il popolo si rassicurava in parte dalla presenza sul forte dei Bandiera e Moro. Il presidente Manin faceva d’essi gran conto, e prometteva che quel corpo darebbe gli ufficiali all’esercito. E però si può «lire, clie il grande favore ch’essi godeano dai comandanti era non solo in riconoscimento dei buoni loro servigi, ma in vista pure di acquistarsi popolarità. Il loro regolamento prescriveva inoltre un contegno esterno dignitoso, ed un riserbo sopra i particolari interessi del corpo. II loro uniforme, semplice e bello, dava loro un aspetto elegante e cavalleresco. La stessa loro caserma principale a Marghera, ch’era dapprima un ampio magazzino d’attrezzi, offriva qualche cosa di singolare. A ripararsi meglio dalle intemperie, essi si erano costrutte all’intorno della sala alcune celle contigue, e