— 234 — de dal Dinara, alto, sconosciuto ed imper-vio, netto limite e pietra di divisione tra due mondi, due civiltà, due ainime, tra gli Slavi ed i Latini. La piana circonda la borgata ridente, lambita dal fiume che corre verso il mare, oasi fiorita e verde tra il grigio brullo dei monti e dei valloni che precipitano, con l’orizzonte segnato dalle vette rocciose da una parte e la groppa decrescente della montagna di Promina che si disegna maestosa, gigantesca e grigia.' Di fronte, incuneata in una spaccatura profonda canta la sua canzone scintillante la pittoresca cascata di Topolie. 1 falchi e le aquile, in un sogno di rinnovato splendore e di ben diversa grandezza — non quella che non può discendere dalla montagna di Urvin, neanche se si levano tutte le spade dei Caragiorgio e tutte le mazze ferrate che l’Austria ha messo all’ordine del giorno della guerra impiegandole nel colpire i feriti e che la Serbia ha risollevato come simbolo di lotta, ma