— 196 — La stazione scarsamente illuminata assomiglia più ad un casermone die ad un centro di traffico. La pioggia attutisce i rumori della manovna per agganciare tre vetture antidiluviane ad una macchina di vecchio tipo. La sala d’aspetto sembra un bivacco semioscuro e pieno d’un odore acre di selvaggio. Dei soldati e dei contadini mor-lacchi, sdraiati a terra, attendono l'ora della partenza. La sala ed i marciapiedi sono gremiti di reclute dell’ultima leva che raggiungono la loro destinazione. Esse sono arrivate forse per il mare o scese lungo le strade dell’interno dai paesi della Dalmazia meridionale, o, più probabilmente, dai monti della Bosnia e della Erzegovina. Hanno tutte il loro involto. La Serbia vuol risparmiare ed 1 dinari che spende e mette a disposizione del bi lancio della guerra vuol impiegarli in armi in munizioni, in materiale più che in divise ed in corredo per i soldati. Così le re-